Gilberto Carpo
Biografia
Lascia che ti mostri un percorso che è stato tutto fuorché banale.
Nota poetica
Il bello in arte è l'attuazione della propria sensibilità, è pulizia dello spirito, è l'atto soggettivo del trasporto visivo, è l'anima che si concretizza, si racconta e l'immagine diventa visione estetica seguendo leggi non previste, ma producendo il suo stesso creare in forme del proprio libero sentire.
Un'opera per diventare coscienza poetica necessita che sia contemplazione estetica: solo così un'opera arriva all'anima nella sua complessità armonica sino ad elevarsi ad arte.
Questo è ciò che desidero trovare ostinatamente in ogni mia ricerca. Peculiarità disporsi ed ordinarsi. Trasfigurazione della realtà, della natura come memoria del trascorso, trovare quei valori formali, trasformandoli in elementi di comunicazione, risveglio, sensibilità ed armonia. “Un balletto sull’orlo del precipizio? Forse ma una formula indispensabile per cogliere e proporre la pittura oggi.
Sono sempre stato soggetto a continui e repentini cambiamenti, un modo per sentirmi vivo, per non cadere nel pericolo di divenire mestierante di me stesso e nel limite della certezza. Un periodo trascorso in America latina, è stato per me una rinascita, folgorato dalla luce, dall’intensità dei colori, dalle vesti delle donne indigene colorate sino all’inverosimile, ha cambiato la mia visione della pittura, il colore mi ha trapassato e ha cambiato la mia tavolozza; un nuovo concetto di contenuti formali adoperati non per evidenziare la forma di un oggetto ma un qualcosa che va oltre: Uno stato d’animo plastico, la luce penetra l’oggetto, lo esalta,lo folgora, lo colpisce... E’ un grido che diventa l’equivalente della vita stessa, luce ed ombra che dà il senso alla vita e alla morte.