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...dal figurativo all'astratto...


 «Ho cominciato ad amare l'arte con passione, tanto che l'età, lungi dal diminuire, ha reso sempre più indispensabile questa esigenza di vita creativa. Una sensazione continua, anno dopo anno, di continui cambiamenti e di continue crisi indispensabili per ritrovare altre sensazioni, altre intuizioni, senza le quali non avrei potuto vivere. Le ho trovate strada facendo, percorrendo linguaggi e forme diverse, ma sempre legate alla trasformazione e alle varie scoperte. Le opere stesse sono state le mie ricerche, anche quando sembravano andare in direzioni differenti, ma senpre poi riprese nel procedere su quei piccoli frammenti che sono stati il collante di tutta la mia espressione. Se non ho fatto di più è perchè è stato un mio limite; quante idee sommerse, non realizzate, solo per questioni di indisponibilità economica. Ma se le idee hanno un motivo di essere, vuol dire che l'essere è nelle idee.» 

L'uomo e la macchina

(anni '70)

Senza titolo, olio su tela 130x150 
(1971)

Capitano di industria 80x100 
(1972)

Senza titolo, olio su tela 120x160 
(1973)

Ingranaggi e punte, olio su tela 
(1974)

Senza titolo, olio su tela 60x80 

(1974)

Le punte, olio su tela 100x120 
(1975)

La macchina incastro, olio su tela 80x120 
(1975)

La macchina, prevaricazione, olio su tela 
(1975)

La macchina, trasformazione, olio su tela 60x80 

(1975)

La macchina, scomposizione, olio su tela 50x70 

(1976)

La macchina, scomposizione 90x100
(1978)

La macchina, scomposizione, olio su tela 50x70 

(1978)

L'UOMO E LA MACCHINA - Critica a cura di Serena Carpo

Created with Sketch.

Non sono macchine corrose dall’uso, sporche, perché implicherebbe una presenza umana che le adopera. Sono irrealisticamente lucide, appuntite, taglienti, fredde. Sono loro che usano l’uomo, lo logorano, lo deformano, lo uccidono. Lo sfondo è asettico, privo di qualsiasi pietà o compassione. 

Vedo un uomo che lotta, la frustrazione di chi non si rassegna ad una brutalità che strappa, schiaccia, stritola. C’è una perdita di senso, di come il lavoro, arte che dovrebbe nobilitare l’uomo nel vivere, in realtà si traduca in una trappola per uccidere. Se non c’è senso, non ci sono parole che lo possano veicolare, la bocca è serrata, lo sguardo è vacuo, perso nel vuoto. 

C’è un’interruzione di significato nella realtà e ciò si traduce nella perdita di un pezzo di sé, perché è qualcosa che non riesce a trovare una collocazione nella narrazione della propria vita. 

La linea rossa, elemento che spesso torna, non solo in questo periodo, sembra un’ossessione. Un’idea che attraversa le menti di tutti. Quale sia il contenuto di quest’idea, non lo so. 

Paesaggi e rocce

(anni '80)

La morena, ghiacciaio, tecnica mista su tela 50x70 
(1990)

La lanca, tecnica mista su tela 80x80 
(1991)

La valle, tecnica mista su tela 80x80 
(1991)

Pascoli, tecnica mista su tela 120x200 
(1991)

Il torrente, tecnica mista su tela 80x100 
(1996)

Le valli, tecnica mista su tela 80x160 
(1997)

Cespuglio, olio su tela 80x80 
(1999)

Cespuglio, olio su tela 80x80 
(2000)

Neve sul crinale, tecnica mista su tela 30x40

Elementi frantumati, olio su tela 130x150 
(1990)

Rocce, tecnica mista 60x70

Rocce, tecnica mista su tela 65x40

Rocce, tecnica mista su tela 100x100

Rocce e piani, tecnica mista su tela 
(1992)

Rupi, tecnica mista su tela 70x100 
(1992)

Rupi, tecnica mista su tela 16x20

PAESAGGI E ROCCE - Critica a cura di Giorgio Seveso

Created with Sketch.

Dal suo studio di Omegna e da quello di Valstrona, oggi Carpo ci manda queste sue visioni di montagna, queste visioni tese ed accese di una natura trasfigurata, deformata, tirata ai limiti della riconoscibilità e della verosimiglianza, nelle quali il dinamismo istintuale dell'immagine risponde quasi ad una forza tellurica, ad una energia primigenia che scaturisce dal seno stesso delle montagne e della natura. Sono tele in cui viene alla superficie, in modi e misure diverse, una sorta di memoria o di durata singolare, approssimata, magari anche ambigua e laterale ma indubbiamente efficace di un naturalismo lombardo che in qualche modo vada da Segantini fino a Morlotti. Un naturalismo così libero, così sciolto e impulsivo da risuonare talvolta aspro, ruvido di superfici e di impasti, ma che si rinfresca tra le sue mani dall sensibilità concretista e geometrica, con guizzi e sprazzi di luci colorate, come piccole esplosioni del sentimento.

Così energici ed esaltati scoppi e folgorazioni gestuali, questi monti, queste colline, questi prati, queste malghe e rocce, ghiaioni e vallette d'ombra ed erba, segni irritati e veloci di colore, da rendere perfettamente inutile e, direi anche, inopportuno il vecchio gioco del riconoscere brano per brano, passaggio per passaggio, traccia per traccia, il biblico tra figurativo e non figurativo, tra immagine tirata dal vero verso su trasfigurazionianche estreme, oppure immagine pura, autonoma, intessuta delle vecchie e insieme sempre nuove seduzioni della pittura.

Del resto, che importa definire questo piano del suo lavoro? La natura è comunque presente, qui, ogni suo rigoglio lirico e sensuoso, in ogni suo fruscio di vento, in ogni suo incanto deduttivo, e davvero non è importante che tale presenza s'affermi per tramite d'una descrizione, sia pur dilatata, o solo grazie ad una forma di costante e diffusa allusività. Perchè qui la pittura, in tutti i suoi giochi e struggimenti e rigori, in tutte le sue sontuose fibrillazioni, è davvero attiva e istintiva fino in fondo.

E allora diciamo pure che è tra le ragioni dell'occhio e quelle del cuore che sono radicati questi passaggi energicamente atomizzati di Carpo. Panorami suggestivi, nei quali gli spessori cromatici della materia creano non tanto illusione quanto il parallelo della sensazione vedutistica, ed in cui i segni si fanno metafora costante e filtro poetico di un vero e proprio clima dell'anima, di un affetto commosso e scoperto, fragrante, persuasivo.

Nuovi percosri figurativi

(anni '90)

Il pavone, olio su tela 180x240 
(1995)

Natura morta in cornice, olio su teka 50x70 
(2001)

La borsa gialla, olio su tela 100x100 
(2001)

Il sonno dell'adolescente, olio su tela 70x100 
(2001)

La persiana verde, olio su tela 100x100 
(2002)

Fiori, olio su masonite 70x100 
(2003)

Cesto rovesciato, olio su tela 80x80 
(2003)

Le bottiglie nere, olio su tela 60x100 
(2003)

La mela che cade, olio su tela 100x100 
(2003)

Trittico, olio su tela 100x250 
(2003)

Le due angurie, olio su cartone 
(2004)

Il cavolfiore, olio su tela 100x120 
(2004)

Carpo accanto alla tela Indios, olio su tela 180x240 
(2005)

Nudo con riflessi rossi, olio su tela 70x80 
(2006)

La lettura, olio su tela 80x160

A cena con Picasso e Gottuso, olio su tela 100x100 
(2006)

Autoritratto, olio su cartone 70x70 
(2008)

Natura morta alla finestra, olio su tela 80x100 
(2008)

Fiori nel giornale, olio su tela 80x100 
(2008)

Abbraccio, olio su tela 70x100 
(2015)

Le tre muse, olio su plastica 130x150 
(2015)

NUOVI PERCORSI FIGURATIVI - Critica a cura di Antonella Iozzo

Created with Sketch.

Gilberto Carpo, il senso dell'arte, il reale dell'impressione, la verità dell'espressione. Armonie irresistibili, capaci di congiungere il pensiero alla forma, il tempo al segno, il silenzio alla materia sonora di cui è fata la figurazione. Una figurazione che contiene i nuclei relazionali dell'intero cosmo, che, istante per istante, traduce la realtà in pittura, rendendo visibile l'invisibile, vero mistero dell'esistenza. La stessa esistenza che ci conduce sulla soglia della pittura di Renato Guttuso: cielo sgranato e aperto sulla condizione umana con le sue sofferenze i suoi miti, le sue passioni.

Un incontro di sensibili entità estetiche tra le sale di una mostra, il più autentico ed il più vero che possa avvenire tra due artisti, tra due maestri, quello che meglio introduce alla conoscenza della propria poetica e della propria parabola artistica. E' qui che le opere, materia pulsante e vivente, dell'uno, penetrando nell'intimo sentire dell'altro, investendolo in pieno con il sentimento carismatico della loro essenza, attraversandolo in profondità con le loro luci e le loro ombre, musica silenziosa capace di giungere fin dentro il dedalo della mente e gli anfratti del cuore e di rinnovarsi ad ogni nuova visione. Sguardi oltre le tele che hanno portato Carpo dentro la materia guttusiana, attrazione fatale dalla quale è nata una nuova dimensione dello spirito, una nuova coscienza della vita nell'Arte.

Due artisti, due pennelli, una sola verità rivelata dalle fibre più intime dell'Arte; la memoria della coscienza, l'anima che ne consacra il valore. Carpo ordina, vivifica, crea in un'estrema concentrazione di grazia sfiorata, di dolcezza consunta, di inebriante veemenza l'ardore lavico che liquefa dall'interno la sostanza rappresentativa. Filtri di luce, lunghissimi possessi sentimentali, vita che emana l'odore della presenza e le sue composizioni si risolvono come cadenze in un solo sospiro.

La qualità impressa alla forma richiamauna condizione di atemporalità mentre una certa vitalità interiore sembra percorrerla suggellando il reale sublimato dal segno intensamente rivolto verso il soggetto, la storia dell'arte, la propria elaborazione e concezione. Caleidoscopio di situazioni intellettive calibrate, sfumate, articolate nel fondale dell'Arte.
Gilberto Carpo: realistico fino ad indagare la forma e l'esistenza naturale dell'essere nella trama di una foglia. Renato Guttuso: volontà passionale fin dentro il midollo del realismo.


Dal figurativo all'astratto

(attuale)

Struttura sulla laguna

Tramonto sul pianoforte

La maniglia

Aggancio

Assemblage de langues

Senza titolo

Cerchio rosso, tecnica mista su tela 

Cerchio rosso

Fughe, olio su tela 120x150 
(2016)

Il cerchio, olio su tela 80x80 
(2016)

La losanga bianca, tecnica mista su tela 50x70 
(2015)

Imbuto, olio su tela 155x165 
(2016)

Esplosione, olio su tela 150x130 
(2016)

Senza titolo

Forme su sfondo rosso, olio su tela 100x120 
(2016)

Losanga rossa, olio su tela 130x148 
(2016)

La luce sul verde, olio su tela 79x95 
(2017)

Senza titolo, olio su tela 150x120 
(2018)

Il pendolo, olio su tela 150x120 
(2019)

Forme, olio su tela 80x80 
(2020)

Opere pubbliche

Omaggio agli scalpellini, murale 14m x 7m 
(1979) - Baveno (VB)

Carpo nell'esecuzione di Omaggio agli scalpellini, murale 14m x 7m 
(1979) - Baveno (VB)

La pace, altorilievo in terracotta 12m x 1,80 m 
(1980) - scuola primaria Tommasetti (VB)

1- La pace, altorilievo in terracotta 4m x 1,80 m 
(1980) - scuola primaria Tommasetti (VB)

2 - La pace, altorilievo in terracotta 4m x 1,80 m 
(1980) - scuola primaria Tommasetti (VB)

3 - La pace, altorilievo in terracotta 4m x 1,80 m 
(1980) - scuola primaria Tommasetti (VB)

Carpo nell'esecuzione di La pace, altorilievo in terracotta 4m x 1,80 m 
(1980) - scuola primaria Tommasetti (VB)

L'abbandono delle terre, murale 40 mc 
(1980) - Varzo (VB)

La resistenza, murale 
(1981) - Castelletto Ticino (NO)

Installazione dello scheletro - La spirale, ferro e cemento 12m x 6m 
(1994)

L'intonaco dell'opera Carpo e il muratore - La spirale, ferro e cemento 12m x 6m 
(1994)

La spirale, ferro e cemento 12m x 6m 
(1994) - Monumento ai caduti sul lavoro, Omegna (VB)

Sculture

Cile 1973, morte di una democrazia, terracotta patinata 100x150 
(1973)

Particolare - Cile 1973, morte di una democrazia, terracotta patinata 100x150 
(1973)

Figura in equilibrio, terracotta patinata 40x33

Figura in riposo, terracottqa patinata 40x25

Il sonno della ragione, terracotta patinata 37x40

Profilo - Il sonno della ragione, terracotta patinata 37x40

Il sonno della ragione 2, terracotta patinata 37x40

Profilo - Il sonno della ragione 2, terracotta patinata 37x40

Il sonno della ragione 3, terracotta patinata, legno 50x172

L'arco teso, terracotta patinata 30x40

Lotta, terracotta patinata 50x25

Piccolo altare pagano, terracotta patinata 35x52

Retro - Piccolo altare pagano, terracotta patinata 35x52

Piccolo altare pagano 2, terracotta patinata, legno 30x180

Cavallo sdaiato, terracotta patinata

Retro - Cavallo sdaiato, terracotta patinata

Senza titolo 1, terracotta patinata 50x30 
(2020)

Retro - Senza titolo 1, terracotta patinata 50x30 
(2020)

Senza titolo 2, terracotta patinata 50x30 
(2020)

Retro - Senza titolo 2, terracotta patinata 50x30 
(2020)

Senza titolo 3, terracotta patinata 50x30 
(2020)

Retro - Senza titolo 3, terracotta patinata 50x30 
(2020)